Con ‘La Domenica Sportiva’, primo programma giornalistico Rai (11 ottobre 1953), si è aperto ad esempio uno spazio in cui analisi e critica giornalistica sono state strutturate in un formato codificato che ha definito una formula divenuta familiare. Rivista e rinnovata con l’evolversi di un mercato e di una comunicazione che ha finito per fagocitare l’evento sportivo, inscatolandolo.
D’altronde, la stessa liberalizzazione del mercato tv – ci ricorda questo libro – è passata attraverso il calcio, vedi la dirompente questione Mundialito che sancì il successo di Canale 5. Dalla rottura del monopolio ad opera di piccole, coraggiose televisioni locali all’ideazione di format che addirittura godono di calcio parlato (e non visto) come ‘Quelli del calcio…‘ nelle ultime edizioni, Frisoli e De Luca rinnovano attraverso i loro ricordi i passaggi fondamentali dello sport in tv restituendoci l’immagine del Paese e di come questa sia cambiata.
Quello che si esprime nella voce di Nicolò Carosio (dalla radio alla tv), quell’Italia conosciuta attraverso il Giro d’Italia (che pure migrò dal 1993 al 1997 a Mediaset) di De Zan, nell’ironia tagliente della Gialappa’s Band, nell’avvento della nuova generazione di telecronisti (da Caressa a Marianella) lanciati da Sky. Una storia che cambia mentre la si studia, che si lega alla tecnologia, alla nascita del digitale terrestre, alla pay-per-view e alla distinzione sempre più articolata di pacchetti e immagini che hanno sancito la prevalenza delle esigenze di programmazione su quelle meramente calcistiche. La fotografia è chiara, nel saggio si ritrova una oggettiva descrizione di eventi emozionanti (non banali) che sommati ci agevolano nella comprensione della televisione contemporanea e delle sue logiche.